Madeleine Delbrêl (1904-1964), poetessa, assistente sociale, mistica, è una delle più singolari figure spirituali del XX secolo. La sua causa di beatificazione è stata introdotta a Roma presso la Congregazione per le cause dei santi e il 26 gennaio 2018 è stata proclamata da Papa Francesco “VENERABILE” cioè riconosciuta l’EROICITA’ DELLE VIRTU’.
Grazie al suo impegno sociale a Ivry (periferia parigina), la sua testimonianza di vita evangelica e comunitaria in un ambiente povero e scristianizzato, e per l’ampiezza dei suoi scritti dagli accenti pionieristici, ha raggiunto, a poco a poco, un vasto pubblico.
UMORISMO NELL’AMORE «Sapendo quel che siamo- scrive Madeleine – sarebbe davvero ridicolo se non conservassimo un po’ di humour nel nostro amore. Perché siamo personaggi proprio comici. Ma poco disposti a ridere della nostra stessa buffoneria». Dal volume riportiamo due brani e alcuni stralci della prefazione di Guido Dotti, monaco di Bose.
Giullare di Dio
di Madeleine Delbrêl
Il testo inedito che qui pubblichiamo probabilmente è stato scritto nel 1961. Su richiesta di padre Jean Guéguen, Madeleine Delbrêl preparò «qualche cosa sulla missione nella città», in occasione della grande missione che ebbe luogo a Clermont-Ferrand nel corso del 1961. Dedicato alla Vergine Maria e rivolto ad un ateo, che probabilmente rappresenta la Città marxista e atea, riprende con forza alcune delle grandi convinzioni apostoliche di Madeleine.
Quella città – e non è un’eccezione – ha un credito nei miei confronti, come le città che le sono simili o gli uomini verso i quali io ho lo stesso debito.
Dei cristiani non hanno saputo guardare? Allora io non so guardare, m’impegnerò a fare meglio.
Nel momento in cui tu hai fatto di tutto per separarti da Dio, dei cristiani ti hanno lasciato solo. A motivo dell’unità che ci lega, io mi considero responsabile.
È di Dio che sei stato privato, è Dio che dovrei restituirti.
Ma tu sai che la Fede non posso, non possiamo donarla. Devo cercare di darti Dio in un altro modo. Tu crederai o non crederai, come vuoi. Io terrò Dio accanto a te.
Cristo ha detto, ed è il nocciolo di tutta la vita cristiana, di amare Dio con tutto il nostro cuore e più di tutto, e di amare tutti gli uomini come noi stessi. È questo il modo in cui ha voluto che noi fossimo cristiani.
È questo amore che prendo con me per tornare accanto a te.
Cristo ci ha detto senza sosta come bisognava viverlo; vivendolo ci ha mostrato come fare. Ci ha detto che seguendo la sua parola come un bambino incapace di critica, meriteremo di vivere insieme a lui, che la sua presenza non ci abbandonerà fino alla morte.
Cristo, ora invisibile, nostro maestro e nostro Dio: tanto ne ascolterò la parola nel Vangelo, tanto farò parola per parola ciò egli ha detto, che io stesso, ad ogni azione che compirò come vuole lui, lo conoscerò un po’ di più.
Con lui tutto inizia e tutto finisce con «Amerai» che è un ordine assoluto.
Tutto inizia così dal basso, così concreto, e così materiale e corporale, che puoi volerlo: amare è versare un bicchiere d’acqua a chi ha sete, dar da mangiare a chi ha fame, dare un ricovero a chi è senza. È essere in prigione col prigioniero, all’ospedale vicino al malato. È avere il cuore distrutto da ogni preoccupazione, ogni pena, ogni dolore dell’altro. È essere un fratello per ciascuno e un fratello per tutti, è vivere con gioia per loro e per loro morire.
«Io malata? Meglio il veterinario dello psichiatra»
di Madeleine Delbrêl
La lettera immaginaria che di seguito pubblichiamo non è mai stata spedita. Ma i problemi di salute di Madeleine Delbrêl sono reali e conosciuti, specialmente verso il 1954-1955, quando aveva 50 anni. Con l’umorismo, cercava di prenderne le distanze.
Egregio signore, In cinquant’anni di vita ho avuto il piacere di ricevere le cure di 10 medici.
Ho avuto occasione di incontrarne due di umani: sono morti purtroppo e non posso sperare di avere una terza occasione.
So per certo che: – ho un carattere da cani; – la testardaggine di un somaro; – il temperamento di un cavallo.
Mentre al contrario sono sicura di non essere un superuomo e stanca d’essere trattata come tale.
Ecco perché un veterinario mi pare meglio adatto alle mie necessità.
Spero che lei non mi rifiuterà i suoi consigli.
Se anche, nel peggiore dei casi, avessi la testa bacata, preferirei un insetticida alla psicanalisi.
Una vita in mezzo agli atei, nelle fabbriche e sulla strada
di Guido Dotti
«Tacere non è non dire nulla: è mettere in ascolto tutte le potenze dell’anima». Era una donna fatta così Madeleine Delbrêl, una cristiana temprata alla cristiana, temperata dalla quotidianità, capace di calare i grandi spazi dello spirito nella stanza di un appartamento, su un marciapiede, nella cupa atmosfera di una fabbrica: «La tua volontà sia fatta in casa nostra come in cielo». Non aveva forse parafrasato così un’invocazione del Padre nostro?
Con questo spirito, Madeleine non perdeva occasione per far passare un annuncio evangelico nelle piccole realtà di ogni giorno e di ogni festa: natali, anniversari, compleanni, una riunione, un viaggio le sofferenze e le speranze dei preti operai, della povera gente… Trovare tutte insieme queste scintille di Vangelo è come scoprire un colore di fondo nel quadro complessivo della vita di Madeleine Delbrêl, un colore cui non sappiamo dare altro nome che «luce».
Del resto, «la sola vera vecchiaia» è «l’egoismo» che dobbiamo chiedere incessantemente a Dio di sradicare dal nostro cuore: è infatti il cuore di carne, che ci consente di restare nel soffio dello Spirito. Per questo è sul nostro cuore che dobbiamo vigilare con cura e passione durante tutta la vita: «Quando il cuore indurirai, qualunque sia la tua età allontanati», prendine le distanze, va altrove è il consiglio, anzi, uno dei «comandamenti» di Madeleine.
Emerge la figura di un «giullare di Dio», una cristiana in fremente e gioiosa attesa davanti alla porta dell’incontro con l’Amato del suo cuore: «la sola porta che si apre sulle nozze di Dio, con i suoi amici» è «la porta dell’amore, della sollecitudine fraterna». A questa porta Madeleine è rimasta affezionata per tutta la vita: ha atteso paziente all’esterno, non si è stancata di bussare, l’ha aperta per far entrare chi era fuori, l’ha varcata per uscire incontro a chi era rimasto escluso… Sollecitudine fraterna per lei voleva dire aiutare gli altri a camminare con le proprie gambe, accompagnarli per un tratto di cammino, come scriverà a una coppia di amici spagnoli repubblicani, duramente provati dalle vicende del loro paese: «Vorremmo camminare con voi fino alla felicità del mondo intero». E, per far questo, conosceva bene il bisogno che c’è di sapersi fermare a riposare, a riflettere, a contemplare: «Se si vuole aiutare gli altri a camminare, bisogna, sapersi sedere!». Vengono qui alla mente le parole di un poeta statunitense, Robert Frost: «Il miglior modo per venirne fuori/è sempre passarci in mezzo». Affrontare con calma e risolutezza le situazioni anche più avverse è premessa al loro superamento. E Madeleine ha saputo passarci in mezzo e venirne fuori portando con sé anche gli altri.
«Io terrò Dio accanto a te», scrive la Delbrêl a un ideale interlocutore ateo. Ecco, credo che l’esistenza di Madeleine sia stata innanzitutto questo: tenere Dio accanto a quelli di cui lei si faceva prossimo, sull’esempio lasciato da Gesù stesso ai suoi discepoli. Così, con la sua povera vita è stata capace di realizzare quello che lei stessa auspicava come testimonianza della Chiesa: «che Cristo Chiesa ci insegni a riconoscerlo dove egli è e a portarlo dove egli non è».
Pregare con Madeleine
Poiché le parole non sono fatte per rimanere inerti nei nostri libri, ma per prenderci e correre il mondo in noi, lascia, o Signore, che di quella lezione di felicità, di quel fuoco di gioia che accendesti un giorno sul monte, alcune scintille ci tocchino, ci mordano, c’investano, ci invadano. Fa’ che da essi penetrati come “faville nelle stoppie” noi corriamo le strade di città accompagnando l’onda delle folle contagiosi di beatitudine, contagiosi di gioia. Perché ne abbiamo veramente abbastanza di tutti i banditori di cattive notizie, di tristi notizie: essi fan talmente rumore che la tua parola non risuona più. Fa’ esplodere nel loro frastuono il nostro silenzio che palpita del tuo messaggio.
da 'Gioie venute dalla montagna'
Preghiera per la beatificazione di Madeleine Delbrêl
Signore Gesù Cristo,
tu hai chiamato Madeleine Delbrêl a preferire te
e nel tuo slancio di carità l’hai condotta
fino ai fratelli e alle sorelle da te più lontani.
Le hai dato la viva consapevolezza
che il bisogno fondamentale dell’essere umano è la vita eterna.
Suscita in noi il desiderio di diventare santi
proprio nella strada dove abitiamo,
sicuri che mai ci mancherà la tua grazia.
Fa’ che viviamo più uniti a te, e attraverso di te al mondo,
come una «cerniera di carne, cerniera di grazia»,
che fa volgere il mondo a te.
E affinché la Chiesa riconosca
in Madeleine Delbrêl la tua santità,
per sua intercessione
concedi a noi, gente comune,
la guarigione del cuore, dell’anima e del corpo;
te lo chiediamo specialmente per …
[citare la grazia richiesta].
Amen.
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