Preghiera breve
(da recitare di tanto in tanto)

Mio Dio, se tu sei dappertutto,
come mai io sono così spesso altrove?

Il ballo dell’obbedienza

Signore insegnaci il posto che tiene
in questo romanzo eterno
iniziato fra te e noi
il ballo singolare della nostra obbedienza.
Rivelaci la grande orchestra dei tuoi disegni,
le armonie in cui ciò che tu permetti
lancia note strane nella serenità di ciò che tu vuoi.
Insegnaci a indossare ogni giorno
la nostra condizione umana come un abito da ballo che ci farà
ricevere con amore da te
tutti questi dettagli come indispensabili gioielli.
Facci vivere la nostra vita
non come una partita a scacchi dove tutto è calcolato
non come una gara dove tutto è difficile
non come un problema che sa
di rompicapo
non come un debito da pagare
ma come una festa
come un ballo
come una danza
fra le braccia della tua grazia nella musica
universale dell’amore.
Signore, invitaci a ballare.

Il filo del vestito 

Nella mia comunità
Signore aiutami ad amare,
ad essere come il filo
di un vestito.
Esso tiene insieme
i vari pezzi
e nessuno lo vede se non il sarto
che ce l’ha messo.
Tu Signore mio sarto,
sarto della comunità,
rendimi capace di
essere nel mondo
servendo con umiltà,
perché se il filo si vede tutto è
riuscito male.
Rendimi amore in questa
tua Chiesa, perché
è l’amore che tiene
insieme i vari pezzi.

Facci vivere la vita non come una partita a scacchi dove tutto è calcolo
non come una gara dove tutto è arduo
non come un problema da romperci la testa
non come un debito da pagare
ma come una festa
come un ballo
come una danza
fra le braccia della tua grazia.
Humour nell’amore


Corriamo contagiosi di gioia

Poiché le tue parole, mio Dio, non son fatte
per rimanere inerti nei nostri libri,
ma per possederci
e per correre il mondo in noi,
permetti che, da quel fuoco di gioia
da te acceso, un tempo, su una montagna,
e da quella lezione di felicità,
qualche scintilla ci raggiunga e ci morda,
ci investa e ci pervada.
Fa’ che, abitati da esse,
come “fiammelle nelle stoppie”,
corriamo per le vie della città,
e fiancheggiamo le onde della folla,
contagiosi di beatitudine,
contagiosi della gioia…

(da: “Gioie venute dal monte”, in: La gioia di credere)

L’estasi del tuo volere

Quando coloro che amiamo
ci chiedono qualcosa,
noi li ringraziamo di farlo.
Se ti piacesse, Signore, chiederci una sola cosa,
in tutta la nostra vita,
ne resteremmo meravigliati,
e aver compiuto questa sola volta la tua volontà
sarebbe l’evento culmine del nostro destino.
Ma poiché ogni giorno,
ogni ora, ogni minuto
tu ci metti fra le mani
un tale onore,
noi lo troviamo così naturale
che ne siamo tediati,
che ne siamo stanchi.
E invece, se comprendessimo quanto è inscrutabile il tuo mistero
resteremmo stupefatti di poter sapere
queste scintille del tuo volere che sono i nostri minuscoli doveri.
Saremmo abbagliati nel conoscere
in questa immensa tenebra che ci copre,
le innumerevoli,
le precise,
le personali,
luci dei tuoi voleri.
Il giorno in cui comprendessimo questo,
andremmo nella vita come una sorta di profeti,
come i veggenti delle tue piccole provvidenze,
come gli operatori dei tuoi interventi.
Nulla sarebbe mediocre poiché tutto sarebbe da te voluto.
Nulla sarebbe troppo pesante poiché tutto avrebbe radice in te.
Nulla sarebbe triste poiché tutto sarebbe voluto da te.
Nulla sarebbe noioso poiché tutto sarebbe amore tuo.
Perché noi siamo tutti chiamati all’estasi,
tutti chiamati a uscire dalle nostre povere manovre
per entrare momento per momento nel tuo progetto.

Il genio femminile nella Chiesa

Chiediamo a Maria di penetrare nel Mistero della Chiesa
attraverso la porta che ci è propria,
di camminarvi attraverso dei sentieri che sono nostri.
Chiediamo a Maria di non essere nella Chiesa
delle specie di suffragette eccitate,
e nemmeno le ombre tremanti dei nostri fratelli uomini.
Chiediamole di immettere nella famiglia dei figli di Dio
ciò che ci è proprio,
rafforzato, dilatato, “smisurato” dalla grazia.
(…)
Che noi siamo vere,
conformi a ciò che Dio inventò quando volle creare la donna.
(…)
La Nave della Chiesa non ha finito il suo viaggio.
Agli uomini il ponte, lo scafo, gli alberi…,
ma per le vele, non c’è modo di fare a meno di noi.
Senza contare che essi hanno sempre voglia di motori
e che il vento dello Spirito Santo non ha mai saputo che farsene.

Da La donna e la Chiesa, testo scritto nella solennità dell’Immacolata dell’anno mariano 1953

Quando ho saputo che tu esistevi

Tu esistevi, io non ne sapevo niente.
Avevi fatto il mio cuore a tua misura,
la mia vita per durare quanto Te,
ma poiché Tu non eri presente,
il mondo intero mi pareva piccolo e stupido
e il destino degli uomini insulso e cattivo.
Quando ho saputo che Tu esistevi,
Ti ho ringraziato di avermi fatto vivere,
Ti ho ringraziato per la vita del mondo intero.
La sofferenza che si soffre sulla terra
mi è sembrata molto più grande
e anche molto più piccola,
le gioie che vi si trovano molto più vere
e anche più piccole

François Gilles – Pitaud Bernard (éd.), Sofferenza e gioia in Madeleine Delbrêl. Salvare il mondo è donargli il senso della sua pena, Gribaudi, Milano 2021, 98.